Disturbo di personalità ossessivo compulsivo

 

In questo articolo, grazie alla mia esperienza come psicologa a Milano, ti spiegherò cos’è il Disturbo Ossessivo Compulsivo: sintomi, cause e terapia.

Ossessioni, fobie, ansia, compulsioni…
Cosa sono e quali sono le cure più efficaci?

Facciamo chiarezza sul disturbo di personalità ossessivo compulsivo e sulla terapia adatta ai pazienti che ne soffrono.

Sommario dell’articolo:

Disturbo di personalità ossessivo compulsivo – Sintomi, cause e terapia

Il disturbo di personalità ossessivo compulsivo: la classificazione del DSM-5

L’ossessione

  1. Contaminare o essere contaminato
  2. La paura di commettere un errore
  3. La paura che possa sopraggiungere una malattia
  4. Le ossessioni aggressive

La compulsione

  1. I rituali di lavaggio
  2. Le verifiche
  3. I rituali mentali

L’ansia da disturbo ossessivo compulsivo

L’evitamento

Quali sono le cause del disturbo ossessivo compulsivo?

Disturbo ossessivo compulsivo: come riconoscerlo nell’infanzia?

Disturbo di personalità ossessivo compulsivo, depressione e fobie

E’ possibile una guarigione definitiva dal disturbo ossessivo compulsivo?

La psicoterapia cognitivo comportamentale è indicata nel trattamento del disturbo ossessivo compulsivo?

 

Il disturbo di personalità ossessivo compulsivo – La classificazione del DSM-5

 

Il disturbo di personalità ossessivo compulsivo nel DSM-5 è definito in base a due caratteristiche che sono richiamate nel suo stesso nome: la presenza di ossessioni e di compulsioni. Spesso viene abbreviato con l’acronimo italiano “DOC”, oppure quello inglese “OCD”.

L’ossessione

 

L’ossessione è un pensiero doloroso che si impone in maniera ripetitiva contro la volontà. I contenuti sono sempre relativi ad avvenimenti percepiti come fastidiosi e/o pericolosi di cui la persona può essere vittima se non si protegge.

L’ossessione provoca ansia e/o angoscia e si presenta al soggetto diverse volte durante il giorno.
Si individuano quattro temi principali di ossessioni e paure:

1. Contaminare o essere contaminato

È l’ossessione più frequente. Si verifica dopo episodi di contatto banali come strette di mano, utilizzo di salviette in toilette pubbliche, sedersi in metropolitana, eccetera.

2. Commettere un errore

È la seconda ossessione più frequente. Concerne il dubbio di aver lasciato una porta o una finestra aperta, gas o elettricità accesi, eccetera. Di questa categoria fanno parte la paura del disordine, dell’asimmetria, di far male il proprio lavoro.

3. Il sopraggiungere di una malattia

Costituisce il tema ossessivo della superstizione. Si crede per esempio che il colore nero porti sfortuna, così come i numeri 13 o 17. Oppure il paziente è convinto che il semplice pensiero della morte, di un incidente, della malattia possa contaminare le persone care.

4. Le ossessioni aggressive

Riguardano la paura di far male agli altri: familiari, conoscenti, estranei, persone indifese come bambini e/o anziani. La paura di investire un pedone, di spingere qualcuno sotto le ruote del treno/bus/metro, la paura di aggredire sessualmente donne e/o bambini sono i temi più frequenti. A far nascere questi pensieri sono i comportamenti abituali di vita come guidare, camminare per la strada, guardare una donna o un bambino.

La compulsione

 

La compulsione è un comportamento che il soggetto è obbligato ad attuare in situazioni ben precise.
Rileviamo tre tipi di compulsioni:

1. I rituali di lavaggio

Riguardano lavaggi interminabili di mani, corpo, capelli, denti, organi genitali. Il tempo speso in queste attività può superare le otto ore al giorno.

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2. Le verifiche

La persona compie diverse volte lo stesso gesto. Per esempio, il soggetto ripete l’atto di chiudere la porta di casa per verificare di averla realmente chiusa. I gesti possono essere ripetuti anche senza lo scopo di verificare qualcosa, ma soltanto per avere la sensazione di “ben fatto”: accendere e spegnere le luci una dozzina di volte, sedersi e rialzarsi ripetutamente, aprire e chiudere porte e finestre.

3. I rituali mentali

Si possono ripetere preghiere religiose o frasi porta fortuna. Questi rituali mentali sono la soluzione privilegiata per lottare contro le ossessioni legate alle malattie o le ossessioni aggressive.

 

L’ansia da disturbo ossessivo compulsivo

 

Le persone che soffrono di disturbo ossessivo-compulsivo sono sempre in uno stato di allerta ansiosa, un senso di inquietudine opprimente. I rituali possono aiutare il soggetto ad alleviare momentaneamente questo stato di malessere.

L’ansia da disturbo ossessivo compulsivo è pervasiva e condiziona in modo importante tutti gli aspetti della vita quotidiana del paziente

 

L’evitamento

 

L’evitamento ha un impatto considerevole nella vita delle persone con ansia da disturbo ossessivo compulsivo e può condurre a paradossi. Per esempio, il soggetto può ritrovarsi immerso nella propria sporcizia nel terrore di buttare via documenti importanti.

Riportiamo qui sotto alcuni esempi di evitamento:

  • Evitare di toccare, di invitare qualcuno a casa propria, evitare luoghi associati a malessere come cimiteri, ospedali, evitare di guardare telegiornali o leggere quotidiani
  • Evitare situazioni potenzialmente pericolose come banchine della metropolitana, porti o stazioni, ponti, balconi, parapetti

 

Quali sono le cause del disturbo ossessivo compulsivo?

 

La prima descrizione del disturbo ossessivo compulsivo risale a Pierre Janet che ne scrive nel 1903. Dopo più di un secolo dall’identificazione della patologia non si conoscono ancora le cause precise del disturbo.

Tuttavia, studi di neuroimaging hanno identificato le principali aree del cervello che sembrano essere correlate al disturbo ossessivo compulsivo (DOC). La corteccia orbito-frontale, il giro cingolato e il nucleo caudato mostrano, infatti, un aumento dell’attività metabolica in soggetti con diagnosi di DOC.

Studi sui neurotrasmettitori hanno ampiamente dimostrato che uno dei neuromodulatori maggiormente implicati nel DOC è la serotonina.

La presenza in famiglia di un soggetto con diagnosi di DOC aumenta la probabilità di un parente di soffrirne, soprattutto se si parla di legami di primo livello: madri, padri, sorelle, fratelli, figli. Questa probabilità è molto alta nei casi di gemelli omozigoti. Tra i fattori che contribuiscono all’insorgenza del disturbo ossessivo compulsivo c’è anche una componente genetica.

Traumi fisici in età infantile e in età adulta, così come pratiche educative, non hanno nessuna correlazione con il manifestarsi del disturbo.

 

Disturbo ossessivo compulsivo – Come riconoscerlo nell’infanzia?

 

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Si possono osservare nel bambino forme precoci anche se rare del DOC intorno ai 3-4 anni. Il bambino inizia ad essere consapevole verso gli 8-9 anni, ma spesso nasconde il problema perché ne ha vergogna.

Primi segnali di allerta:

  • prolungato lavaggio delle mani;
  • uso frequente di promemoria;
  • aumento di biancheria sporca o salviette usate solo una volta;
  • difficoltà ad indossare alcuni abiti;
  • verifiche interminabili;
  • soste prolungate in bagno;
  • utilizzo esagerato di carta igienica;
  • difficoltà a uscire di casa;
  • rituali di addormentamento lunghi in rapporto all’età;
  • domande continue di rassicurazione;
  • collezione di oggetti insoliti (cannucce, coupon di sconti, sacchetti del supermercato);
  • modo di camminare insolito, particolare;
  • lentezza: ad esempio leggere e rileggere lo stesso testo, svolgere attività di volta in volta sempre più improduttive, alzarsi di buon’ora per prepararsi (si anticipa sempre più l’ora del risveglio).

 

Disturbo di personalità ossessivo compulsivo, depressione e fobie

 

I pazienti affetti da disturbo di personalità ossessivo compulsivo spesso soffrono anche di depressione e manifestano tutti i sintomi delle fobie.

Si calcola che tra il 2,2 e il 3% della popolazione sia affetta da disturbo ossessivo compulsivo. La comorbilità ha tassi significativi. Circa il 30% dei pazienti con disturbo di personalità ossessivo compulsivo soffre di depressione, mentre il 46% manifesta fobie, e infine, il 24% fa abuso di sostanze, perlopiù alcolici.

 

E’ possibile una guarigione definitiva dal disturbo ossessivo compulsivo?

 

La vita sociale dei pazienti viene fortemente limitata a causa del disturbo di personalità ossessivo compulsivo. Me è possibile una guarigione definitiva? Quale terapia è più adatta in questi casi?

Le cure farmacologiche di elezione per il disturbo ossessivo compulsivo sono quelle che hanno effetti sul sistema serotoninergico. Vengono prescritti inibitori della ricaptazione della serotonina (SRI).

A livello psicologico, la terapia cognitivo comportamentale ha dimostrato una buona efficacia nel trattamento del DOC

L’età di esordio disturbo di personalità ossessivo compulsivo condiziona la terapia nel suo esito. Infatti, se la patologia si manifesta nell’infanzia oppure durante l’adolescenza è più difficile ottenere buoni risultati.

Nei due terzi dei casi l’esordio della malattia avviene prima dei trent’anni. Uno studio recente ha valutato le condizioni cliniche di pazienti con diagnosi di disturbo ossessivo compulsivo da più di quarantacinque anni prima. Di questi solo il 20% poteva effettivamente definirsi guarito, con completa remissione dei sintomi. Nei due terzi dei casi i sintomi continuavano a manifestarsi a livelli lievi o più gravi. Il 10% dei pazienti era purtroppo peggiorato.

 

La psicoterapia cognitivo comportamentale è indicata nel trattamento del DOC?

 

La psicoterapia cognitivo comportamentale si è dimostrata efficace grazie agli interventi psicoeducativi, alle tecniche di esposizione, di eliminazione dei comportamenti compulsivi di verifica e alla ristrutturazione cognitiva. Durante il percorso terapeutico, il paziente acquisisce nuove chiavi di lettura dei pensieri e delle emozioni, impara a esporsi con gradualità alle situazioni ritenute pericolose, a ridurre sempre più i gesti di controllo.

I colloqui con lo psicoterapeuta sono finalizzati a instaurare una vera e propria ristrutturazione cognitiva che mette a tema i pensieri a fondamento della sintomatologia.

 

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