Depressione mascherata e disturbi dell’umore

Depressione mascherata e disturbi dell’umore

 

Curare la depressione Milano. In questo articolo, grazie alla mia esperienza come psicologa a Milano, ti spiegherò cos’è la depressione e come curare la depressione efficacemente.

Ma cos’è la depressione e come possiamo riconoscerla?

Con l’espressione “disturbi dell’umore” si fa riferimento a un quadro patologico caratterizzato da alterazioni significative e durature del tono dell’umore che pregiudicano la vita sociale dell’individuo.

I disturbi dell’umore con i loro sintomi caratteristici interessano un gran numero di persone.
Si tratta di un insieme di patologie molto diffuse, tanto da colpire circa il 20% degli individui su scala mondiale. Dunque, due persone su dieci hanno sofferto di uno o più episodi di alterazione patologica dell’umore.

In circostanze normali, il tono dell’umore della persona oscilla sulla base di alcuni meccanismi che operano a livello fisiologico. Le reazioni dei soggetti sono adeguate alle condizioni ambientali circostanti. Diversamente, in presenza di un disturbo dell’umore si verificano importanti anomalie nella regolazione del tono dell’umore che interferiscono con le normali attività quotidiane.

Nel presente articolo si dà una breve panoramica dei possibili disturbi dell’umore nell’infanzia e nella vita adulta, e successivamente si approfondisce il tema della depressione mascherata.

Sommario dell’articolo:

Depressione mascherata e disturbi dell’umore – Classificazione, cause, sintomi e terapia

Disturbi dell’umore: i sintomi principali

I principali disturbi dell’umore nell’infanzia e nella vita adulta

Disturbi depressivi

Disturbo dell’umore bipolare

Depressione mascherata: cos’è e come riconoscerla

Le domande chiave per diagnosticare la depressione mascherata

Disturbi dell’umore: farmaci e psicoterapia nel trattamento della depressione mascherata

Cosa fare nel trattamento della depressione mascherata?

Gli errori più comuni nel trattamento della depressione mascherata

Quali domande porre al paziente nel caso di pensieri suicidari?

 

Disturbi dell’umore – I sintomi principali

 

Quali sono le principali alterazioni che caratterizzano i disturbi dell’umore nell’infanzia e nella vita adulta? Le anomalie sono essenzialmente depressione, mania e umore misto o disforico. Ma di che cosa si tratta esattamente? Sono i sintomi attraverso cui si manifestano i disturbi dell’umore e che permettono di darne una classificazione. Diamo una breve descrizione di ciascuno.

  • DEPRESSIONE
    La depressione si manifesta con tristezza, calo dello slancio vitale, apatia, abulia, idee pessimistiche deliranti che possono raggiungere lo stadio grave dei pensieri autolesionistici.
  • MANIA
    La mania è un disturbo che rappresenta l’estremo opposto della depressione. Le sue manifestazioni caratteristiche sono euforia, logorrea, velocità del pensiero aumentata fino ad arrivare a veri e propri deliri.
  • UMORE MISTO O DISFORICO
    L’umore misto o disforico è una condizione in cui il soggetto manifesta sintomi depressivi e sintomi maniacali nello stesso tempo.

 

I principali disturbi dell’umore nell’infanzia e nella vita adulta

 

Quali sono i principali disturbi dell’umore nell’infanzia e nella vita adulta? Il DSM-5 distingue tra due grandi categorie, quella dei disturbi depressivi e quella dei disturbi bipolari. Diamo qui sotto una breve panoramica dei principali disturbi dell’umore sulla base della classificazione rilevata nel DSM-5.

Disturbi depressivi

Il DSM-5 inserisce nella categoria dei disturbi depressivi il disturbo da disregolazione dell’umore dirompente, la depressione maggiore, il disturbo depressivo persistente, disturbo disforico premestruale.

1- Disturbo da disregolazione dell’umore dirompente (DMDD)

Il disturbo da disregolazione dell’umore dirompente (DMDD) si rileva nei bambini e negli adolescenti. L’esordio avviene tra i 6 e i 10 anni e può essere diagnosticato fino al diciottesimo anni di età. Generalmente evolve in un disturbo d’ansia oppure in una depressione maggiore. Tra i diversi disturbi dell’umore, si caratterizza per la sua recente classificazione. Infatti, compare per la prima volta nel DSM-5 nella sua ultima edizione.

Nel disturbo da disregolazione dell’umore dirompente i sintomi principali sono i frequenti scatti d’ira e di aggressività. Per formulare la diagnosi della patologia è necessario che gli episodi si verifichino almeno tre volte alla settimana.

2- Depressione maggiore

La depressione maggiore consiste in uno stato di profonda alterazione dell’umore che non è correlato a un particolare evento avverso (lutto, perdita del lavoro, rottura di un rapporto affettivo, situazioni di stress accentuato). Per formulare una diagnosi di depressione maggiore è necessario che siano presenti almeno cinque dei sintomi elencati qui sotto per una durata di tempo di almeno due settimane.

  • Umore depresso;
  • Disinteresse nei confronti di qualsiasi attività della vita quotidiana;
  • Insonnia oppure ipersonnia;
  • Perdita di peso o significativa alterazione dell’appetito;
  • Alterazioni psicomotorie come agitazione oppure rallentamento della motricità;
  • Sensazione di fatica soverchiante e di mancanza di energie;
  • Difficoltà di concentrazione;
  • Bassa autostima o sensi di colpa esagerati;
  • Pensieri di morte, idee suicidarie o veri e propri tentativi di suicidio.

3- Disturbo depressivo persistente

Come il nome suggerisce, il disturbo depressivo persistente è caratterizzato da un umore depresso cronico, che si protrae per almeno due anni. I sintomi del disturbo depressivo persistente non sono gravi come quelli della depressione maggiore e questo può porre delle difficoltà per la diagnosi. Il paziente può avere giornate in cui il tono dell’umore è normale, ma l’interruzione della sintomatologia dura solo pochi giorni.

  • Ecco l’elenco dei sintomi del disturbo depressivo persistente:
  • Appetito troppo scarso oppure eccessivo;
  • Senso di affaticamento costante e mancanza di energia;
  • Insonnia oppure ipersonnia;
  • Bassa autostima;
  • Idea persistente di essere “senza speranza”;
  • Difficoltà nella concentrazione e incapacità di prendere decisioni.

4- Disturbo disforico premestruale

Il disturbo disforico premestruale è stato inserito per la prima volta nel DSM-5, l’ultima edizione del 2012. Si tratta di una sindrome patologica tra i disturbi dell’umore che per la prima volta trova una classificazione nel testo di riferimento della psichiatria. È strettamente legata a fattori ormonali che determinano anche sintomi fisici come gonfiore, indolenzimento al seno, dolori addominali, articolari o muscolari.

Disturbi dell’umore bipolare

 

Depressione-mascherata 

Il disturbo dell’umore bipolare si distingue dai disturbi depressivi perché presenta due polarità, e non una sola. Infatti, il paziente che soffre di un disturbo dell’umore bipolare soffre alternativamente di stati depressivi e stati euforici. Alla depressione si alterna la mania. Si possono anche verificare episodi ipomaniacali, cioè condizioni di mania leggera.

Gli episodi maniacali sono caratterizzati da un umore definito “espanso”, cioè euforico. Il paziente diventa logorroico. Il contenuto del pensiero è accelerato e il paziente sembra non aver bisogno di dormire. C’è un’alta attivazione psicomotoria e si può arrivare a comportamenti del tutto inadatti al contesto sociale.

Il disturbo dell’umore bipolare viene classificato in quattro varianti: il disturbo bipolare I, il disturbo bipolare II, la ciclotimia, e infine, il disturbo bipolare indotto da sostanze.

  • Bipolare I

Il disturbo bipolare I si manifesta con l’alternanza di episodi di mania, di ipomania, e di depressione.

  • Disturbo bipolare II

Il disturbo bipolare II alterna episodi ipomaniacali ed episodi depressivi.

  • Ciclotimia

Nella ciclotimia il paziente passa da lievi episodi ipomaniacali a lievi stati di depressione.

  • Disturbo bipolare causato da sostanze

In alcuni casi, il disturbo bipolare è causato dall’assunzione di farmaci o sostanze stupefacenti.

 

Depressione mascherata – Cos’è e come riconoscerla

 

Il sintagma “depressione mascherata” figura in letteratura da diversi decenni.

Segni somatici e sintomi della depressione mascherata sono:

  • Mal di testa cronico sotto forma di un sentimento indeterminato di pressione, o sensazione di bruciore nella testa;
  • nevralgie;
  • Sintomi cardiaci, forte pressione, angoscia, tachicardia;
  • Sentimenti di pressione e oppressione in gola e negli organi respiratori;
  • Secchezza delle fauci, dolori intestinali, costipazione o diarrea;
  • Alterazioni del ritmo del sonno, stanchezza, attacchi di panico;
  • Dolori addominali, perdite vaginali, tenesmo, incontinenza, dolori agli organi urogenitali, malesseri che si ripercuotono sulla funzione sessuale;
  • Disturbi della vista, perdita dei capelli, qualche volta persino alopecia.

Nel corso degli ultimi decenni, sempre più pazienti hanno richiesto un parere medico nella speranza di trovare sollievo a sintomi fisici per i quali i medici non hanno potuto trovare nessuna causa organica.

In questi casi i medici devono sempre tenere a mente che i risentimenti fisici possono nascondere uno stato depressivo soggiacente.

Perché è difficile riconoscere i sintomi di una depressione mascherata?

Il fatto che la sintomatologia degli stati depressivi sia cambiata orientandosi verso una somatizzazione più evidente e pronunciata è in una certa misura determinato dalle caratteristiche della vita moderna. La tecnologia sempre più sofisticata, la vita frenetica, la competizione sociale, e infine e soprattutto la tendenza dell’individuo a isolarsi sono fattori che comportano ripercussioni patologiche su persone sensibili e fragili affettivamente.

Un’altra caratteristica della nostra era industrializzata è la crescente indifferenziazione degli interessi.

I valori spirituali e morali non giocano più un ruolo importante. Il materialismo tende a dominare su tutto. Si attribuisce più importanza al corpo che allo spirito: come conseguenza di ciò chi è depresso vive la sua depressione attraverso il corpo o nel corpo.

Le persone tollerano più facilmente una sofferenza che deriva da una malattia fisica piuttosto che malesseri di origine affettiva. Anche per questo motivo la depressione si esprime sempre più spesso attraverso manifestazioni somatiche.

Nonostante le rassicurazioni continue da parte dei medici che il disagio mentale e affettivo non è più “vergognoso” delle malattie organiche, l’uomo comune non si lascia convincere. Questo può facilmente portare numerosi pazienti a evitare il rischio della discriminazione sociale esteriorizzando le loro angosce sotto la forma di risentimenti fisici.

È importante individuare uno stato di depressione mascherata il prima possibile. Un riconoscimento tempestivo del problema permette al paziente di beneficiare di un trattamento farmacologico e di una psicoterapia appropriata.

 

Depressione_mascherata 

 

La depressione mascherata non è una diagnosi clinica che può essere comparata, per esempio, alla depressione endogena o alla depressione psicogena, ma semplicemente un’espressione che indica che la fenomenologia del quadro clinico testimonia una depressione.

Depressione mascherata – Origini

Nel linguaggio psichiatrico corrente, l’espressione “depressione mascherata” esiste da tempo. In origine si applicava solamente ai casi di depressione endogena difficili da individuare a causa della netta predominanza delle manifestazioni fisiche. Tuttavia si è osservato che le depressioni psicogene possono allo stesso modo assumere una forma mascherata.

La depressione mascherata è stata definita come una malattia depressiva nella quale i sintomi somatici predominano o nella quale i sintomi psichici restano in secondo piano

Nel passato i pazienti che soffrivano di depressione mascherata portavano i loro sintomi di medico in medico e seguivano per anni un trattamento somatico senza mai trovare il sollievo desiderato. Con la conoscenza sempre più diffusa delle caratteristiche della depressione mascherata, i medici non psichiatri hanno iniziato a considerare la possibilità che dietro la presenza di sintomi fisici inspiegabili ci sia un disagio psicologico.

Depressione mascherata – Un aiuto per i medici di base

La maggior parte dei pazienti depressi sono attualmente in cura da medici che non sono psichiatri. Si tratta di una felice evoluzione che è senza dubbio stata favorita dai corsi e seminari organizzati per loro che ha permesso di far conoscere e approfondire lo studio sulla diagnosi e il trattamento della depressione.

È essenziale che medici non psichiatri continuino a ricevere informazioni pratiche per far fronte al malessere depressivo. Occorre tenere ben presente che la depressione ha un’incidenza profonda sul corpo e sullo spirito, e richiede non soltanto un trattamento farmacologico, ma anche una psicoterapia e altre misure che prendano in considerazione la famiglia del paziente, il suo luogo di lavoro e l’insieme del suo ambiente sociale.

Quando un medico si trova di fronte a casi di disturbi dell’umore e deve darne una classificazione, è opportuno che proceda a una valutazione di tutti i risultati emersi dall’esame fisico del paziente, così come dall’esame dello stato d’animo. È necessario che siano tenuti in considerazione fattori come il contesto sociale, economico e professionale cui il paziente appartiene. Concentrarsi su uno solo di questi elementi porta a commettere errori diagnostici.

Le domande chiave per diagnosticare la depressione mascherata

Durante l’esame psichiatrico alcune domande chiave consentono di individuare nell’80% dei casi se ci troviamo di fronte a una depressione. Tra queste ci sono:

  • Avete ancora gioia di vivere?
  • Avete lo stesso numero di interessi di un tempo?
  • Siete meno intraprendenti rispetto a qualche settimana o mese fa?
  • Spesso vi sentite stanchi e privi di energie alla fine della giornata?
  • Vi sentite nervosi, tesi e ansiosi?
  • Talvolta vi riesce difficile prendere una decisione?
  • Avete difficoltà ad addormentarvi?
  • Avete dei dolori o sentite una sensazione di pressione sul petto?
  • Mancate di appetito o avete perduto peso?
  • Riscontrate difficoltà di ordine sessuale?
  • Avete dei pensieri tristi più che in passato?
  • Siete tormentati dalla considerazione che la vita per voi non ha più senso?

 

Disturbi dell’umore – Farmaci e psicoterapia nel trattamento della depressione mascherata

 

Nel trattamento dei disturbi dell’umore, i farmaci utilizzati sono gli antidepressivi, i neurolettici e gli stabilizzatori dell’umore. Nei casi di depressione, la sola terapia farmacologica non basta. Infatti, gli antidepressivi sono farmaci efficaci che riducono i sintomi somatici e psichici, ma non possono risolvere i conflitti psichici.

Attraverso la “terapia della parola” il terapeuta ascolta con attenzione il paziente quando parla dei sintomi che lo tormentano, del suo pessimismo, dei sentimenti di disperazione e mancanza di speranza. Tuttavia, ascoltare non è sufficiente, poiché il paziente potrebbe interpretare l’ascolto come indifferenza. Il terapeuta deve mostrare comprensione e simpatia per la sofferenza del paziente attraverso domande e commenti nel corso della conversazione.

Non meno importante è la necessità di discutere con il paziente in maniera aperta e franca dei fattori che hanno causato il malessere depressivo e i pensieri suicidari. In questo modo si costituisce una relazione di fiducia che fa sentire in buone mani e costituisce la base di una terapia riuscita. Bisogna nondimeno considerare aspetti legati all’ambiente professionale del soggetto e alla sua situazione finanziaria. Infatti, possono essere delle concause dell’insorgenza della patologia depressiva.

Quali sono gli errori più frequenti nel trattamento dei disturbi dell’umore?

Errori che occorrono durante il trattamento con i pazienti depressi possono facilmente essere evitati osservando alcune cautele. Per esempio, è necessario far comprendere al paziente che non è un caso isolato e che pensieri suicidari sono comuni ad altre persone. È bene fissare con lui obiettivi a breve termine della terapia. Non gli si devono nascondere gli effetti collaterali dovuti al trattamento farmacologico di modo da renderlo meno ansioso circa la loro comparsa eventuale e informarlo che il suo umore sarà soggetto a fluttuazioni temporanee che fanno parte della patologia e che non devono essere considerate un segno di peggioramento del suo stato.

È controindicato invece persuaderlo di “riprendere la sua vita in mano” e che “non deve lasciarsi andare”; questo genere di esortazioni non possono che nuocere perché rinforzano nel paziente la convinzione che non ha la volontà per fare ciò che vorrebbe fare. È sbagliato persuaderlo che il suo stato migliorerà; il paziente deve arrivare a questa consapevolezza progressivamente. È essenziale impedirgli di prendere delle decisioni importanti che potranno rivelarsi, una volta in fase di regressione della patologia, non funzionali e essere rimpiante. Bisogna evitare di suggerire al paziente cambiamenti drastici o situazioni che possano comportare momenti di solitudine.

Il terapeuta dovrebbe sempre stabilire un contatto con la famiglia del paziente

 

Cosa fare nel trattamento della depressione mascherata?

 

  • Accettare il paziente per quello che è e la sua patologia per quella che è;
  • Discutere con il paziente circa la sua anamnesi e dei fattori che potrebbero aver causato lo stato depressivo;
  • Sottolineare che la prognosi è favorevole;
  • Dare informazioni al paziente circa tempi e finalità del trattamento;
  • Informare il paziente in anticipo degli effetti collaterali legati ai farmaci assunti;
  • Fornire rassicurazione al paziente su possibili fluttuazioni dell’umore temporanee nel corso del trattamento;
  • Fissare obiettivi a breve termine con il paziente tali da consentirgli di rendersi conto di progressi;
  • Assicurarsi la cooperazione della famiglia del paziente e tenere conto del suo ambiente sociale.

 

Gli errori più comuni nel trattamento della depressione mascherata

 

  • Dire al paziente di “riprendersi la vita in mano”;
  • Inviarlo in vacanza;
  • Permettergli di prendere decisioni importanti;
  • Mettere in dubbio le sue idee deliranti;
  • Affermare che è sulla via della guarigione prima che il suo stato sia migliorato veramente.

 

Quali domande porre al paziente nel caso di pensieri suicidari?

 

  • Come farete a suicidarvi? Avete già fatto dei preparativi? Più le idee del paziente sono concrete, più il rischio è alto.
  • Pensate coscientemente al suicidio? O questo genere di pensieri si presenta alla vostra mente anche se cercate di evitarli? I pensieri suicidari che arrivano passivamente sono più pericolosi di quelli coscienti.
  • Avete già detto a qualcuno della vostra intenzione suicidaria? L’annuncio di un suicidio deve essere sempre preso seriamente in considerazione.
  • I vostri interessi, pensieri e contatti con gli altri si sono limitati rispetto al passato?
  • Provate aggressività nei confronti di qualcuno tanto che cercate di sopprimere questi sentimenti? Quando questi sentimenti sono soppressi possono rivolgersi contro lo stesso paziente.

 

 

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