Comunicazione non violenta (CNV)

Cos’è la comunicazione non violenta (CNV)

 

La comunicazione non violenta (CNV) è uno strumento efficace nella gestione dei conflitti.

In questo articolo, ti rivelo le migliori tecniche per  diventare un comunicatore non violento 🙂

La tendenza a giudicare gli altri è la più grande barriera alla comunicazione e alla comprensione
Carl Roger

Adottare una comunicazione non violenta (CMV) è la migliore arma per gestire e risolvere i conflitti interpersonali.

Ma cos’è esattamente la comunicazione non violenta (CNV)?

In sintesi la CNV è un modo di pensare e di parlare che ha come scopo la comprensione e il rispetto reciproco nelle relazioni.

Non CONTRO l’altro, ma CON l’altro!

La comunicazione non violenta riguarda la costruzione di relazioni tra esseri umani basata su una cooperazione armoniosa, rispetto per se stessi e gli altri. Teorizzato da Gandhi, apostolo della non violenza, questo strumento di comunicazione verbale è raccomandato per la risoluzione dei conflitti e aiuta a sviluppare una migliore relazione con se stessi. Il suo primo obiettivo? Comunicare con più autenticità.

Familiarizzando con la CNV, si sviluppa la consapevolezza che non si vince se si vince a scapito di qualcuno

 

Comunicazione non violenta – Un pò di storia…

 

Sviluppata negli Stati Uniti negli anni ’60 dal dottor Marshall Rosenberg, la CNV si basa fortemente sul lavoro di Carl Rogers (1902-1987), di cui era uno studente. Sulle orme di Gandhi, questo nuovo portavoce della non violenza avrà l’opportunità di testare l’efficacia del suo metodo con varie comunità americane (scuola, istituzioni pubbliche) che si occupano di conflitti razziali e socio-economici. Il successo che incontra lo porterà a creare il Centro per la comunicazione non violenta a Sherman (Texas), dove tiene seminari aperti al pubblico e alle organizzazioni private.

Nel suo libro Le parole sono finestre (oppure muri). Introduzione alla comunicazione non violenta, Marshall Rosenberg condivide alcune idee sulla risoluzione dei conflitti.

Le parole sono finestre (oppure muri)Acquista ora

Queste idee possono essere utilizzate per risolvere i nostri conflitti personali (con il nostro coniuge, i nostri amici, la nostra famiglia, i nostri figli, i nostri colleghi o persino superiori …), ma anche i conflitti degli altri se agiamo come mediatori .

La CNV aiuta a trasformare l’energia CONTRO in energia PER

Criticare, rimuginare, brontolare o scagliarsi contro gli altri richiede un’energia considerevole ed è poco produttivo.

Vuoi trasformare il tuo linguaggio di rimproveri in parole ispiratrici?

Se la risposta è affermativa, stai leggendo l’articolo giusto, che fa per te!

Iniziamo insieme il viaggio nel paese della CNV 🙂

 

Le 4 tappe della comunicazione non violenta

 

La violenza è l’espressione tragica di bisogni non soddisfatti. E’ la manifestazione dell’impotenza e/o della disperazione di una persona talmente priva di risorse da pensare che le proprie parole non siano sufficienti per farsi capire. Allora attacca, grida, aggredisce…

Marshall B. Rosenberg

 

La CNV è un modo di comunicare formato da 4 tappe:

  • l’osservazione dei fatti
  • l’espressione dei sentimenti
  • l’espressione dei bisogni (all’origine dei sentimenti)
  • la formulazione di una richiesta

1 – L’osservazione

Nella CNV ci si allena a formulare le proprie osservazioni in modo neutro, limitandosi a descrivere i fatti senza aggiungere opinioni o interpretazioni.

Facciamo un esempio: “Sei sempre il solito egoista” è ben diverso da “Quando ieri ti sei alzato da tavola senza sparecchiare…

La seconda frase aumenta le possibilità di aprire il dialogo e limita il nascere di conflitti.

2 – I sentimenti

La CNV aiuta a prendere consapevolezza dei nostri sentimenti. Essere coscienti del nostro vissuto emotivo ci eviterà di esserne sopraffatti e ci permetterà di occuparcene, se necessario.

Per esprimere ciò che sentiamo è importante sviluppare un ampio vocabolario, perché ogni giorno viviamo sentimenti molto diversi che non abbiamo mai imparato a percepire ne definire.

I sentimenti sono i nostri messaggeri, profondamente connessi ai nostri bisogni.

I nostri sentimenti nascono dai nostri bisogni

Le tappe del sentimento e del bisogno sono inseparabili. Ad esempio “mi  sento confuso” può riferirsi al mio bisogno di chiarezza.

Si conviene che esistano 6 emozioni di base o primarie (gioia, tristezza, paura, rabbia, disgusto, sorpresa) intorno alle quali si declina un’infinità di sfumature.

Una grande forma di violenza è pensare che i nostri sentimenti siano provocati dagli altri.

Se ad esempio diciamo a nostro figlio: “Sono triste perché non hai messo in ordine la tua stanza” gli facciamo credere fin da piccolo di essere responsabile del nostro malessere e lo incoraggiamo a pensare di avere il potere di renderci felici o infelici quando la realtà è che “Siamo tristi perché amiamo avere una casa in ordine”. 

Questo concetto funziona in entrambi i sensi: è inutile appesantire noi stessi addossandoci la colpa del vissuto emotivo degli altri. Una nostra azione può stimolare nell’altro una sofferenza, ma all’origine del suo dolore c’è un suo bisogno non soddisfatto.

3 – L’espressione dei bisogni

Tutto ciò che facciamo è finalizzato a soddisfare i nostri bisogni

Marshall B. Rosenberg

 

Nella CNV il termine  bisogno designa sia ciò che è indispensabile alla nostra vita sia ciò che le da sicurezza e senso.

Possono essere bisogni:

  • vitali – respirare, mangiare, bere, dormire, …
  • di sicurezza – materiale, affettiva
  • di crescita – di contribuire alla vita, di dare un senso…

Nella CNV quando esprimiamo il nostro bisogno dobbiamo fare attenzione a non implicare l’altra persona (esempio n. 1) e se percepiamo il bisogno dell’altro ci dobbiamo svincolare da questo (esempio n. 2)

Esempio n. 1 

Ho bisogno di calma” e non “Ho bisogno che tu stia calmo e in silenzio

Esempio n. 2 

Hai bisogno di stare da solo per concentrarti? ” e non “Hai bisogno che ti lasci in pace?

4 – La formulazione di una richiesta

Nella CNV quando facciamo una richiesta dobbiamo rispettare 6 criteri fondamentali:

  1. Si rivolge ad una persona specifica “Saresti d’accordo di…” e non “Qualcuno potrebbe aiutarmi a …
  2. Riguarda il presente “Ti va di lavare i piatti? ” e non “Da ora in poi sarai sempre tu a lavare i piatti”
  3. E’ concreta “Oggi alle 5 sei disponibile per aiutarmi con i compiti di matematica?” al posto di “Oggi puoi darmi una mano?”
  4. E’ espressa in forma positiva “Vorrei un maggior dialogo tra di noi” e non “Non voglio più silenzi tra noi
  5. E’ realizzabile: chiedere l’impossibile è il modo migliore per non ottenere niente!
  6. Lascia la scelta “Saresti d’accordo di …” e non “Voglio che tu…

Fare una richiesta significa essere proattivi e prendere in mano la propria vita!

 

Comunicazione non violenta – Come essere più assertivi?

 

Come essere assertivi senza ferire gli altri?

Come comunicare in modo assertivo e esprimersi in modo chiaro, senza biasimare o giudicare gli altri o lamentarsi di se stessi?

Lo psicologo Thomas Gordon ha creato una tecnica Messaggio IO per migliorare le proprie relazioni / comunicazioni con gli altri: esprimersi sempre, ma senza giudicare.

Il Messaggio Io di Gordon

Il Messaggio IO è UNA FORMULA PER IL SUCCESSO!

Grazie alla tecnica del Messaggio Io, gli interlocutori non si sentono né colpevolizzati, né giudicati, e in questo modo possono ascoltare i nostri bisogni con maggiore attenzione, ragionando sulle conseguenze a cui portano le proprie azioni.

Gli step della tecnica del Messaggio Io sono  4:

  1. QUANDO descrive (oggettivamente) il comportamento degli altri
  2. ALLORA (l’effetto è) descrive l’effetto di quel comportamento su di te
  3. MI SENTO descrive i tuoi sentimenti, non accusa o biasima
  4. PREFERIREI descrive il comportamento che preferiresti, vorresti

Il Messaggio-Io di Gordon – Un esempio pratico

1.

“QUANDO non mi chiami e invece mi avevi detto che lo avresti fatto”,

ALLORA io immagino che ti sia successo qualcosa che ti ha impedito di chiamarmi”.

“MI SENTO preoccupata e in ansia”.

“VOGLIO/PREFERIREI che tu mi chiamassi, o mi mandassi un messaggio, quando dici che lo avresti fatto”.

2.

“Non mi chiami mai! Sei il solito egoista, sconsiderato!”

Nell’esempio 1, la comunicazione  è assertiva: l’elemento di valore è non valutare direttamente la persona, ma la sua azione: non “tu sei”, ma “io sento”.

Nell’esempio 2, la comunicazione è aggressiva e condurrà sicuramente ad una escalation del conflitto.

 

La comunicazione non violenta CNV – Un workshop per allenarla!

 

Desideri comunicare senza ferire l’Atro?

Esiste un modo di affermarsi senza aggredire il prossimo e di ascoltare gli altri senza trascurare se stessi. Tutto questo è possibile attraverso l’apprendimento della CNV (comunicazione non violenta).

La CNV è il metodo di comunicazione che incoraggia l’assertività  e la cooperazione

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UnaPsicologaPerCaso

 

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