La psicologia spiegata ai bambini

Come spiegare la psicologia ai bambini?

 

Come spiegare la psicologia ai bambini?

La favola di Elisabeth che visse per sempre felice e contenta grazie alla cura del suo dottore: Sigmund Freud.

Questo articolo è rivolto ai bambini e ai loro genitori.

Attraverso  la lettura di questa favola,  scoprirai come spiegare la psicologia ai bambini.

 

C’era una volta…

 

Elisabeth

C’era una volta in una grande città chiamata Vienna una giovane fanciulla di nome Elisabeth.

Abitava in una grande casa nel centro della città insieme alla sua mamma, al suo papà e alle sue due sorelle.

Elisabeth era la più piccola della famiglia, era molto coccolata soprattutto dal suo papà e per questo le sue sorelle erano un po’ invidiose di lei ed erano solite farle dei dispetti.

Elisabeth invece era molto gentile con tutti e voleva molto bene ai suoi genitori e alle sue sorelle.

Quando ritornava da scuola passava molto tempo in compagnia del papà, giocava molto con lui anche perché ad Elisabeth non piaceva giocare con le bambole, preferiva le costruzioni e le macchinine, inoltre si divertiva a fare delle belle passeggiate al parco di Vienna dove il papà era solito raccontarle molte storie di personaggi avventurosi che le piacevano tanto.

Un brutto giorno il papà di Elisabeth si ammalò; Elisabeth si prese cura di lui, passava i pomeriggi al ritorno da scuola a fargli compagnia  ma nonostante le cure affettuose il papà morì lasciandola sola con la mamma e le sorelle.

La morte del papà rese Elisabeth molto triste, si sentiva abbandonata e molto sola.

Col passare dei giorni cominciò a soffrire di dolori alle gambe, talvolta non riusciva più a camminare.

Tutti erano preoccupati e decisero di portarla dal medico ma nonostante le cure e le medicine Elisabeth non guariva.

La mamma di Elisabeth era molto triste.

Tutti i medici che avevano visitato Elisabeth nonostante le medicine somministrate non erano stati in grado di guarirla.

Passavano i mesi ma la situazione non migliorava; i dolori alle gambe di Elisabeth erano sempre più forti e la dolce fanciulla era sempre più triste.

C’era in città un anziano medico di nome Sigmund Freud.

 

Sigmund Freud

Sigmund Freud era il medico più famoso di Vienna.

Le persone ammalate facevano la fila fuori dal suo studio, a volte per intere giornate solo per essere curate da lui.

Era un dottore molto particolare, che era solito curare i suoi pazienti in maniera diversa dagli altri dottori della città.

Aveva una folta barba bianca, vestiva in maniera molto elegante ed era molto gentile e premuroso.

A differenza degli altri medici non dava le medicine e per questo tutti gli abitanti di Vienna andavano da lui per farsi curare.

Freud faceva sdraiare i suoi pazienti in un comodo lettino e ascoltava con attenzione le storie che i malati raccontavano, tranquillizzava gli ammalati e alla fine riusciva a guarire tutti i pazienti che si recavano nel suo studio.

Un bel giorno Freud udì la storia della dolce Elisabeth e decise di chiedere alla madre il permesso di visitarla.

La mamma di Elisabeth fu molto felice e accettò volentieri la proposta dell’anziano medico.

 

Come spiegare la psicologia ai bambini? Freud ed Elisabeth

Freud cominciò a visitare Elisabeth; egli capì sin dal principio che Elisabeth era molto spaventata e triste perché il dolore alla gambe le impediva di giocare e di fare tutte quelle attività che facevano le sue amichette di scuola.

Freud come di consueto fece stendere Elisabeth sul comodo lettino e le disse di raccontare ciò che voleva, liberamente.

Elisabeth in un primo momento fu spaventata e allo stesso tempo sorpresa dal metodo di Freud.

Si aspettava che questo medico, come tutti gli altri che aveva conosciuto in passato, le osservasse le gambe o le desse da prendere le tanto odiate medicine; ma tutto ciò non avvenne ed Elisabeth colta da stupore non riuscì a raccontare niente.

Il dottor Freud non forzò Elisabeth a raccontare.

Dopo diverse visite, Elisabeth riuscì a raccontare al dottor Freud alcuni episodi divertenti trascorsi in compagnia del papà; di momenti felici trascorsi durante le feste.

In occasione di una visita raccontò anche di un sogno fatto la notte precedente; un sogno molto bello dove si incontrava con il suo papà ed insieme andavano a fare una passeggiata nel parco; proprio come era solita fare quando il suo amato papà era ancora vivo.

Man mano che gli incontri proseguivano Elisabeth sentì che il dolore alle gambe era diminuito, ed era impaziente e felice ogni volta che si avvicinava il giorno della visita con il dottor Freud, l’unica persona che la stava ad ascoltare in silenzio non obbligandola a prendere medicine come avevano fatto in precedenza sia i dottori che la mamma.

Non faceva che parlare del suo straordinario dottore.

Le sembrava che il dottor Freud somigliasse molto al suo papà, e alcune volte fingeva che lo fosse veramente tanto che era molto triste quando la visita terminava, al punto che le capitava di piangere pensando che durante le vacanze estive, le visite dal dottor Freud si sarebbero sospese in quanto avrebbe dovuto recarsi con tutta la sua famiglia al mare.

Il dottor Freud ascoltava le storie che Elisabeth raccontava, si rendeva conto che essa era molto migliorata anche se i dolori alle gambe non erano del tutto scomparsi.

Si rendeva anche conto di quanto Elisabeth gli si fosse affezionata e di quanto fosse triste per la fanciulla doversi separare da lui; sapeva che per Elisabeth era diventato come un padre.

Un bel giorno Elisabeth raccontò al dottor Freud che il papà era solito farle dei massaggi alle gambe per riscaldarle in quanto lei aveva sempre freddo soprattutto nei mesi invernali e che la mamma sgridava spesso il papà perché sosteneva che la viziasse troppo e che passasse troppo tempo con lei.

Elisabeth disse anche che era molto triste nel vedere la madre litigare con il papà a causa sua.

Il dottor Freud si accorse che il dolore di Elisabeth diventava più forte quando Elisabeth parlava dei momenti trascorsi in compagnia del padre e che tendevano a scomparire con le ultime parole del racconto.

Un giorno il dottor Freud disse ad Elisabeth quanto aveva osservato spiegandole che probabilmente il suo dolore alle gambe era collegato alla mancanza del padre e che probabilmente lei desiderava che qualcuno si prendesse cura di lei come aveva fatto in precedenza il suo papà e che la sua malattia le serviva per sentire che qualcuno della famiglia si preoccupava ancora di lei.

Tranquillizzò Elisabeth dicendole che in famiglia tutti erano preoccupati per lei che le volevano molto bene e che le avrebbero voluto sempre bene anche dopo la guarigione, ma soprattutto le disse che il suo papà continuava a osservarla dal cielo ed era molto dispiaciuto di vederla triste e malata.

Elisabeth si sentì subito rincuorata dalla parole del dottor Freud.

 

Come spiegare la psicologia ai bambini? E vissero per sempre felici e contenti

 

Da quel giorno i dolori alle gambe scomparvero, ed Elisabeth seppur a malincuore non si recò più nello studio del dottor Freud.

Aveva capito che il suo papà non l’aveva abbandonata ma continuava a prendersi cura di lei anche da lontano e questo pensiero la faceva sentire meno sola.

Si sentì più forte e fu di nuovo felice.

Ai suoi nuovi amici raccontava sempre la storia del dottor Freud, di un dottore molto speciale che si prendeva cura dei suoi pazienti e li curava solo attraverso le parole.

Con il passare degli anni Elisabeth divenne una bellissima fanciulla, si sposò ed ebbe dei bambini e visse per sempre felice e contenta.”

 

 

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